Inaugurata a Padova dalla Comunità di Sant'Egidio una "Casa dell'amicizia" multiservizi
Convivenza pacifica e cultura dell'accoglienza: la casa è, insieme, progetto di inclusione sociale e rigenerazione urbana per favorire l'incontro tra generazioni e sostenere chi è in difficoltà
La Comunità di Sant'Egidio ha inaugurato a Padova una nuova "Casa dell`amicizia", esperienza già avviata con soddisfazione in altre città italiane e nome scelto non a caso perché questo è un luogo dove dimorare, facendo e ricevendo solidarietà e, soprattutto, costruendo comunità.
La casa si trova nella palazzina dell'ex patronato della parrocchia dell'Immacolata, al civico 12 di via Santa Maria in Conio, nel cuore del quartiere Portello, densamente abitato anche da molti studenti universitari fuori sede. «È uno spazio dedicato all'accoglienza, al sostegno dei più fragili e alla costruzione di legami tra generazioni», dice Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant'Egidio in Veneto spiegando origine e obiettivi del progetto: «Già da qualche anno siamo attivi in quel contesto parrocchiale con le nostre iniziative di preghiera e di supporto al prossimo. Ora abbiamo deciso di investire sulla "Casa dell'amicizia" affinché sia una porta aperta sulla città, un luogo di aggregazione che tutti possono frequentare, uno spazio davvero per tutti».
Lo stabile, dismesso da diverso tempo, è stato concesso in uso gratuito almeno per trent'anni. Si articola su due piani di 200 metri quadrati ciascuno. Al piano terra sono presenti due sale polifunzionali con una capienza da cento e trenta posti e una cucina dove preparare i pasti che vengono distribuiti ai senza fissa dimora e per condividere in loco momenti di convivialità. Nel seminterrato ci sono i servizi igienici, le docce che saranno messe a disposizione di chi è costretto a vivere in strada e una lavanderia. Al piano superiore saranno ricavati due appartamenti da destinare ad anziani in condizioni di fragilità che qui potranno sperimentare il cohousing facendosi compagnia: ognuno provvederà per le proprie spese e utenze, mettendo in comune la vita quotidiana e dandosi una mano l'un l'altro.
Tra i servizi che la struttura ospiterà a breve, ci sono un ambulatorio, la consulenza legale, sociale e previdenziale, l'orientamento scolastico e lavorativo, la scuola di italiano per migranti, quella della pace per i bambini, la preparazione e la distribuzione dei pacchi alimentari per le trecento famiglie seguite in città.
Complessivamente l'opera è costata quasi 1.200.000 euro, tutti fondi privati, con il contributo importante della Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, della parrocchia dell'Immacolata e di tanti singoli benefattori che hanno voluto sposare l'iniziativa. Manca solo l'ultima tranche: per la fine dell'anno si confida di poter completare i lavori ed effettuare gli inserimenti degli anziani, che potrebbero arrivare fino a otto, non necessariamente autosufficienti, se serve anche seguiti da un'assistente in condivisione. Saranno loro, in quanto residenti, la vera anima della casa che si affaccia sul cortile della parrocchiale, oltre ai volontari che si alterneranno per gestire i vari servizi. Il tutto con un filo conduttore: la gioia e la voglia di costruire insieme un futuro più umano e più dignitoso.
«Cinque anni fa, il 27 marzo 2020, in occasione della Statio Orbis nel pieno della pandemia di covid, Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta e battuta dalla pioggia, ci insegnò che ci si salva soltanto assieme: questo è ciò che vorremmo fare qui e il nostro protagonista sarà l'abbraccio», spiega Marco Impagliazzo, presidente nazionale della Comunità di Sant'Egidio, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità cittadine. «Così cresce la città - ha aggiunto subito dopo il taglio del nastro - e così si ricostruiscono i legami e la convivenza pacifica di cui c'è tanto bisogno. Qui tante persone troveranno non solo aiuto concreto ma anche quell'amicizia che riannoda il senso di comunità che manca nelle nostre città».
Convivenza pacifica e cultura dell'accoglienza: la "Casa dell'amicizia" al Portello è, insieme, un progetto di inclusione sociale e di rigenerazione urbana, nato per favorire l'incontro tra generazioni e per sostenere chi è in difficoltà nel solco di quanto di analogo già viene fatto in tante altre parti d'Italia, dove l'aiuto materiale per i bisogni di tutti i giorni si lega a un sentimento di comunità e di appartenenza in controtendenza all'epoca delle divisioni, del tessuto sociale lacerato, dell'isolamento e delle solitudini che colpiscono specialmente i più fragili.
Dal marzo 2020 Sant'Egidio ha messo a disposizione ventotto luoghi nelle periferie della città dove sono stati distribuiti finora oltre 250.000 pacchi alimentari a sostegno di anziani, famiglie e persone sole in difficoltà economica. Questa di Padova è la prima "Casa dell'amicizia" realizzata nel nord-est. Proprio sabato scorso si è tenuto un open day per far conoscere la struttura che si candida a essere un patrimonio della collettività, «un segno concreto di speranza nell'anno del Giubileo», afferma Coin guardando a questo vecchio patronato che inizia una nuova storia, nel segno della solidarietà.
La casa si trova nella palazzina dell'ex patronato della parrocchia dell'Immacolata, al civico 12 di via Santa Maria in Conio, nel cuore del quartiere Portello, densamente abitato anche da molti studenti universitari fuori sede. «È uno spazio dedicato all'accoglienza, al sostegno dei più fragili e alla costruzione di legami tra generazioni», dice Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant'Egidio in Veneto spiegando origine e obiettivi del progetto: «Già da qualche anno siamo attivi in quel contesto parrocchiale con le nostre iniziative di preghiera e di supporto al prossimo. Ora abbiamo deciso di investire sulla "Casa dell'amicizia" affinché sia una porta aperta sulla città, un luogo di aggregazione che tutti possono frequentare, uno spazio davvero per tutti».
Lo stabile, dismesso da diverso tempo, è stato concesso in uso gratuito almeno per trent'anni. Si articola su due piani di 200 metri quadrati ciascuno. Al piano terra sono presenti due sale polifunzionali con una capienza da cento e trenta posti e una cucina dove preparare i pasti che vengono distribuiti ai senza fissa dimora e per condividere in loco momenti di convivialità. Nel seminterrato ci sono i servizi igienici, le docce che saranno messe a disposizione di chi è costretto a vivere in strada e una lavanderia. Al piano superiore saranno ricavati due appartamenti da destinare ad anziani in condizioni di fragilità che qui potranno sperimentare il cohousing facendosi compagnia: ognuno provvederà per le proprie spese e utenze, mettendo in comune la vita quotidiana e dandosi una mano l'un l'altro.
Tra i servizi che la struttura ospiterà a breve, ci sono un ambulatorio, la consulenza legale, sociale e previdenziale, l'orientamento scolastico e lavorativo, la scuola di italiano per migranti, quella della pace per i bambini, la preparazione e la distribuzione dei pacchi alimentari per le trecento famiglie seguite in città.
Complessivamente l'opera è costata quasi 1.200.000 euro, tutti fondi privati, con il contributo importante della Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, della parrocchia dell'Immacolata e di tanti singoli benefattori che hanno voluto sposare l'iniziativa. Manca solo l'ultima tranche: per la fine dell'anno si confida di poter completare i lavori ed effettuare gli inserimenti degli anziani, che potrebbero arrivare fino a otto, non necessariamente autosufficienti, se serve anche seguiti da un'assistente in condivisione. Saranno loro, in quanto residenti, la vera anima della casa che si affaccia sul cortile della parrocchiale, oltre ai volontari che si alterneranno per gestire i vari servizi. Il tutto con un filo conduttore: la gioia e la voglia di costruire insieme un futuro più umano e più dignitoso.
«Cinque anni fa, il 27 marzo 2020, in occasione della Statio Orbis nel pieno della pandemia di covid, Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta e battuta dalla pioggia, ci insegnò che ci si salva soltanto assieme: questo è ciò che vorremmo fare qui e il nostro protagonista sarà l'abbraccio», spiega Marco Impagliazzo, presidente nazionale della Comunità di Sant'Egidio, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità cittadine. «Così cresce la città - ha aggiunto subito dopo il taglio del nastro - e così si ricostruiscono i legami e la convivenza pacifica di cui c'è tanto bisogno. Qui tante persone troveranno non solo aiuto concreto ma anche quell'amicizia che riannoda il senso di comunità che manca nelle nostre città».
Convivenza pacifica e cultura dell'accoglienza: la "Casa dell'amicizia" al Portello è, insieme, un progetto di inclusione sociale e di rigenerazione urbana, nato per favorire l'incontro tra generazioni e per sostenere chi è in difficoltà nel solco di quanto di analogo già viene fatto in tante altre parti d'Italia, dove l'aiuto materiale per i bisogni di tutti i giorni si lega a un sentimento di comunità e di appartenenza in controtendenza all'epoca delle divisioni, del tessuto sociale lacerato, dell'isolamento e delle solitudini che colpiscono specialmente i più fragili.
Dal marzo 2020 Sant'Egidio ha messo a disposizione ventotto luoghi nelle periferie della città dove sono stati distribuiti finora oltre 250.000 pacchi alimentari a sostegno di anziani, famiglie e persone sole in difficoltà economica. Questa di Padova è la prima "Casa dell'amicizia" realizzata nel nord-est. Proprio sabato scorso si è tenuto un open day per far conoscere la struttura che si candida a essere un patrimonio della collettività, «un segno concreto di speranza nell'anno del Giubileo», afferma Coin guardando a questo vecchio patronato che inizia una nuova storia, nel segno della solidarietà.
[ Alvise Sperandio ]