Comunità di Sant'Egidio in festa per la casa intitolata a Floribert

E' stata inaugurata ieri in via di Sangiuliano la "Casa dell'amicizia" della Comunità di Sant'Egidio. Fra i presenti, al fianco di Emiliano Abramo, anche Andrea Riccardi, fondatore della stessa Comunità, che ha voluto dedicare questo spazio a Floribert Bwana Chui, un giovane congolese torturato e massacrato perché, da funzionario della dogana, si era rifiutato di farsi corrompere per lasciare passare cibo avariato destinato ai bambini.
La gioia del fondatore Andrea Riccardi: «Occhi aperti e grande senso di responsabilità per anziani, senza fissa dimora, per chi soffre la fame»
All'inaugurazione della "Casa dell`amicizia", in via di Sangiuliano 48, ha voluto esserci anche Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio che ha dedicato questo spazio a Floribert Bwana Chui, un brillante giovane congolese torturato e massacrato perché, da funzionario della dogana, si era rifiutato di farsi corrompere per lasciare passare cibo avariato, come avveniva d'abitudine in uno dei Paesi più corrotti del mondo. «Ha scelto di essere coerente, di far valere il senso della giustizia», spiega Angela Pascarella. E, dunque, ha scelto di evitare che il cibo andato a male - destinato ai più poveri e fragili - rischiasse di avvelenare e di far morire i bambini di strada per i quali si spendeva da volontario della comunità di Sant'Egidio. «Un martire per la fede», lo ha definito Papa Francesco che ha avviato il processo di beatificazione.
Da tempo la comunità di Sant'Egidio usa questo spazio in via di Sangiuliano 48 per la distribuzione degli alimenti che arrivano dal Banco alimentare e che acquista in modo da aiutare le persone che hanno bisogno. E sono 370 famiglie, 1.500 persone. La novità è che l'Università ha dato in comodato d'uso un grande spazio attiguo dove erano conservati molti libri e che adesso è adibito a magazzino per gli alimenti. Questo ha consentito di liberare la grande stanza già in uso e di utilizzarla per accogliere le persone, che prima restavano in strada, e di farlo in un clima caloroso. Ci sono sedie, tavoli dove prendere un the e dove lasciare la documentazione necessaria - l'attestazione dell'Isee - per avere diritto a ritirare, una volta al mese, l'aiuto spesa.
Ma i volontari come spiegano Giovanni Russo e Francesco Giammona, che si occupano della distribuzione - vanno anche a casa dei disabili, degli anziani e, con l'autorizzazione necessaria, anche nella dimora di chi è agli arresti domiciliari. «Per noi l'accoglienza e l'ascolto delle persone e dei loro bisogni hanno un grande valore. Per questo valutiamo ogni singolo caso».
Un'iniziativa di cui il rettore Francesco Priolo si dice particolarmente felice perché «l'Università non è soltanto didattica e ricerca, ma anche terza missione che significa essere presenti nel territorio per dare il proprio contributo alle sue problematiche. In quest'ottica siamo impegnati contro la dispersione scolastica e con la Comunità di Sant'Egidio a sostegno di chi ha bisogno».
«Questo è un momento molto forte per la Comunità di Sant'Egidio, per l'Università e per Catania - esordisce Andrea Riccardi - Viviamo in un momento molto difficile, in un'età della forza e della violenza. Stiamo attenti perché i presidi della nostra società - che balla sulla tolda della nave della storia - sono a rischio. E fra questi l'Università che è presidio di pensiero e di studio, che è risposta alla forte irrazionalità di questo momento storico. L'Università è umanesimo e ha come misura l'uomo. Eppure rischia di essere rimpicciolita e impoverita. Per cui siamo grati al rettore Priolo per la decisione dell'ateneo che dirige». Ateneo del quale Riccardi fa parte avendo ricevuto nel 2014 la laurea ad honorem.
«Quello che proponiamo a tutti i nostri amici - continua il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, accolto dal presidente Emiliano Abramo è di camminare con gli occhi aperti, con senso di responsabilità per gli altri, per i senza dimora, per gli anziani, per chi soffre la fame. Per noi spirituale vuol dire solidale e viceversa». Per questo, nel ricordare la figura di Floribert Bwana Chui ha voluto sottolineare che la sua morte è stata terribile perché fosse di ammonimento e, proprio per questo, per il suo senso di giustizia e il suo coraggio, l'ex funzionario è adesso modello per i giovani del suo Paese. Ma c'è un altro motivo per cui lo ricorda, perché era giovane, e «i giovani, come i poveri, nella nostra società soffrono, per le pressioni, per la paura del futuro che li spinge a emigrare e per la competitività che inquina il loro vivere. Questo spazio è dedicato ai poveri, ma è anche un luogo di protagonismo per i giovani. La Comunità di Sant'Egidio offre esperienze di solidarietà e amicizia in libertà. Mi piace che la speranza di Floribert ha trovato qui una casa per chi in questo luogo riceve in una logica di amicizia. Chi chiede ha bisogno prima di tutto di parole, di accoglienza». 
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[ Pinella Leocata ]